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L'India tra ombre e luci

Aggiornamento: 1 giu 2020

E' passato quasi un mese dal momento in cui sono partita, salutando con qualche lacrima i miei cari all'aeroporto di Milano. Tra la sensazione di solitudine e freddezza della notte in cui sono salita sull'aereo e i sorrisi e il calore -in tutti i sensi- trovati al mio arrivo, venti giorni sono passati, insieme alle mille sfumature di emozioni difficilmente esprimibili a parole. Pensavo che avrei approfittato di ogni secondo del mio viaggio in solitaria per annotare e raccontare le mie sensazioni, eppure a volte la vita è talmente forte che chiede soltanto di essere vissuta, spingendoti a mettere da parte qualsiasi penna, taccuino e macchina fotografica. Molti sono i dubbi che mi hanno attraversata nel periodo prima della mia partenza: sarò pronta a rapportarmi con una cultura così differente dalla mia? Saranno in grado, il mio fisico e la mia mente, di seguirmi in questa transizione, di sapersi adattare ai nuovi bisogni? Sarò in grado, ancora una volta, di prendermi cura dei bambini e, al tempo stesso, di non dimenticarmi di me stessa e delle persone a me care? E soprattutto, sarò in grado di gestire i colpi emotivi che, per mia natura, proverò? Un apparente paradosso che mi ha sempre toccato quest'ultimo, la ricerca di avventura e crescita, talvolta anche tramite l'analisi di situazioni complicate e, al tempo stesso, la delicata gestione del lato più sensibile. L'india mi ha accolta fin da subito tra i suoi noti colori caotici, tra calore e odori differenti, tra clacson e cumuli di spazzatura che tengono compagnia a mucche e cani distesi sul lato della strada. Ascolto la tua playlist e realizzo che queste tracce riescono a descrivere meglio delle mie parole le montagne russe di emozioni e sensazioni provate nel corso di questo ultimo mese. Ho riso, ho pianto guardando fuori dal finestrino e davanti a gente che non conosco, ho parlato lingue diverse e cercato di imparare nuove parole in Tamil, ho provato due corsi di yoga, ho nuotato, camminato a piedi nudi sulla spiaggia, abbracciato un elefante, sorriso ai bambini indiani, scattato circa un'ottantina di selfie sorridendo di fronte la curiosità degli indiani, preso tre tuk tuk, un autobus indiano, bevuto acqua di cocco fresca, partecipato a un matrimonio indiano, provato a disegnare mandala per terra, mangiato chapati, mangiato dosa, mangiato pasta -perché dopo essere partito ti accorgi che casa manca sempre un po'- mi sono persa tra gli ingorghi dei motorini e ritrovata nei colori dei templi. Ho scoperto il significato di sensazioni di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza; mi sono sentita spersa, alienata e confusa ma anche gioiosa, speranzosa e immensamente grata. Ci sono state sere in cui mi sono addormentata con il sorriso, pensando che cinque mesi fossero troppo pochi per comprendere in profondità un paese del genere, altre in cui mi sono addormentata con le lacrime, sperando di risvegliarmi presto nel letto della mia comfort zone italiana. ho contato così i mesi, le settimane, i weekend e i giorni, a volte avendo la sensazione che il tempo si fosse improvvisamente bloccato, altre che scorresse con troppa fretta sotto i miei occhi. allora li ho chiusi e ho smesso di contare, cercando di apprendere l'arte della pazienza che l'India, con la sua lentezza frenetica e distanze infinite, mi sta imponendo di imparare.

L'India ha aperto dentro di me uno spazio nel quale si pone il conflitto del duale che porta con sé dubbi, domande e talvolta sofferenza ma anche autenticità, realizzazione di sé e maggiore consapevolezza. Realizzo così che, in fondo, non era solo la luce ciò che mi attirava verso questo viaggio ma anche le ombre, il contatto con culture e realtà che, nella loro difficoltà, fanno crescere e imparare. Abbraccio la contraddittorietà delle mie parole e delle mie percezioni, pensando che forse proprio in questo risiede la regolarità della realtà che in questo momento mi circonda. Allora accolgo la confusione che l'India porta con sé nella mia mente, imparando a distaccarmene, a osservare dallo specchietto retrovisore dell'auto l'ombra e la luce dentro e fuori di me. Mi corico sull'erba in compagnia di corvi e libellule, sciogliendo la polvere di paure respirate in mezzo al traffico nelle ultime settimane, frenando la necessità di mettersi costantemente in viaggio alla ricerca di nuove mete di felicità e cercando di trovare invece nuove prospettive sulla mia condizione presente. E allora, forse, dietro agli angoli di spazzatura e odore di marcio, riuscirò anche a scorgere piano piano i sorrisi e la gentilezza delle persone, le rose che mi bussano alla porta, gli alberi di cocco e di papaya, la risata dell'anziana signora che mi da uno sbuffo sulla guancia e quella del venditore in spiaggia che, guardandoci negli occhi, cerca di spiegarci il significato dello yin yang. #india #viaggio #chennai #travel #esperienze #esplorazione




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8 Comments


jlsera
Oct 19, 2020

Molto coinvolgente questo tuo articolo che trasmette il sapore di un viaggio straordinario per la meta e per le sensazioni davvero uniche che hai percepito.

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Federica Assirelli
Federica Assirelli
Oct 19, 2020

Leggendo questo tuo post ho trovato confermate un po' tutte le idee che mi ero fatta sull'India. Ho viaggiato tanto anche da sola e vissuto 6 anni fra Cina e Thailandia, ma non ho mai avuto il coraggio o forse trovato il momento giusto per andare in India che mi attira da sempre. Per ora l'ho conosciuta tramite le tante letture di romanzi ambientati lì o tramite diari di viaggio. Ma so che prima o poi ci andrò!

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Eleonora Traverso
Eleonora Traverso
Feb 13, 2019

🙏

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sandra
Feb 13, 2019

Se decidessimo di partire per l'India ti chiederei sicuramente delle info! :)

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Eleonora Traverso
Eleonora Traverso
Feb 13, 2019

Grazie a te per avermi letto 🙏

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