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  • Immagine del redattoreEleonora Traverso

Cara India

Aggiornamento: 31 mag 2020

"L'India era sempre presente, una costante che sembrava dovesse legare tutto insieme. Quello che sei diventata e il cammino che hai intrapreso doveva essere unito da lei: dall'India".


chiudo gli occhi. mi sembra di aver vissuto in una realtà onirica, distante e surreale. Cara India,

è possibile provare, a tuo parere, tristezza e felicità al tempo stesso? Considerando le numerose contraddizioni che ogni giorno porti con te, immagino che la tua risposta a questa domanda possa essere affermativa. I mesi con te sono passati con una tale rapida lentezza da sembrarmi tutto così irreale. Ascolto lo stesso ritmo di voci e chitarre delle prime settimane, quando con un pizzico di nostalgia ripensavo all'ordine, alla comodità e al comfort europeo. Osservo i visi asiatici delle persone che mi circondano, su questo aereo diretto a Bangkok; mi accompagna la stessa curiosità con la quale osservavo le persone su quel volo che sei mesi fa mi avrebbe condotto a Chennai. Eppure questa volta volteggia una sfumatura diversa negli sguardi dei passeggeri. Le bambine camminano celeri nel corridoio dell'aereo cercando il posto insieme alle madri, i loro passi scanditi dal tintinnio delle loro cavigliere suscitano ormai in me ricordi di famigliarità e affetto. nei loro sorrisi, gesti e costumi ritrovo un po' dell'accoglienza di Kavhita, dell'amicizia con Srinidi e della disponibilità di Vijay. ritrovo anche un po' di lacrime versate al momento della mia partenza, i doni e gli abbracci.

Credo sinceramente che la sofferenza sperimentata nel salutare persone con le quali ci si è scambiati in maniera autentica un pezzetto di cuore sia in fondo una delle più belle sperimentabili. Si tratta infatti di una sofferenza che non cela malessere e solitudine, bensì una grande dose di gratitudine, amore e cura per i momenti preziosi che si sono condivisi insieme. il dolore, in questo senso, deriva unicamente dall'incapacità di accettare l'impermanenza delle cose, la gioia proviene invece dalla consapevolezza di aver vissuto un'esperienza piena e affascinante. salutare ciò che ci si lascia alle spalle con fretta e distacco, senza aver maturato dell'affetto da poter glorificare con qualche lacrima, sarebbe forse un dolore molto più amaro. ma queste lacrime sono dolci e condite con umanità mentre sgorgano da una fonte luminosa e, in fondo, sono grata di ospitarle sulle mie guance. Dopotutto viaggiare significa anche questo, rompere e ricostituire continuamente nuovi equilibri, seminare pezzetti di cuore in giro per il mondo e accogliere ciò che le separazioni possono insegnarci: lasciare andare, integrando al tempo stesso il passato dentro di noi, ringraziando tutti i posti che abbiamo chiamato casa, perché casa può essere ovunque, nel momento in cui si accetta che si può appartenere a tutto e a niente.

Cara India,

scriverti da lontano, una volta tornata, si è rivelato essere più difficile del previsto. Ti penso da una verde collina, luogo che custodisce per me ricordi sereni, accanto a una città che mi ha visto crescere e mutare. mi ha visto andarmene più volte, per poi tornare come in una base sicura, eppure ogni volta un po' più lontana. Contemplo la natura davanti a me, con i piedi nudi che giocano con l'erba, il lusso di una libertà che con te era più difficile trovare. Eppure quando chiudo gli occhi sento ancora in lontananza il rumore dei clacson che mi accompagna, la tua frenesia e i tuoi sorrisi; la gioia di scorrazzare sotto la tua prima (e unica) pioggia insieme a delle compagne di viaggio, il sapore del cocco comprato per strada, i tragitti infiniti e il calore sulla pelle.

Sulla mia scrivania poggiano ancora i mille souvenirs e fotografie con le amiche. Di solito mi piace riordinare e riorganizzare appena tornata da un viaggio, ma questa volta non è andata così; questa volta mi prendo del tempo per cullarmi nei ricordi, ripensando a un anno fa, quando incominciavo a comprare libri, a frugare tra filmati e documentari per cercare di conoscerti meglio. Ripenso a quanto ti abbia ardentemente desiderata, studiata, parlato da lontano nei sogni della realtà. Sei stata paura e coraggio, confusione e armonia. sei stata l'accettazione e l'integrazione dentro di me, l'incastro perfetto di tasselli del passato nella mia linea di vita, come le pietre preziose che combaciano con il tuo bianco marmo sulle pareti del Taj Mahal.

"Le esperienze che abbiamo vissuto, rimarranno comunque indelebili nel nostro essere interiore, saranno loro i veri tesori di cuoi prenderci cura".


riapro gli occhi. mi accorgo come tutto sia stato reale. quello che ho vissuto non sparirà con un solo volo di ritorno; continuerà ad esserci, comprenderò come integrarlo dentro di me e farne tesoro. rileggo la lettera che mi ha accompagnata fin dal giorno della mia partenza e realizzo come le sue parole sappiano descrivere in profondità l'essenza del mio viaggio.



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