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  • Immagine del redattoreEleonora Traverso

Domeniche e sensazioni che lasci(a)


Anni di distanza, ma certe sensazioni non cambiano mai.


Respiravo elettricità, questa domenica, nell'aria di Nizza, nubi di tristezza e malinconia, penetravano nel mio corpo, fermandosi a livello del cuore e della gola. Aria inquinata di mancanza, partenze, paure per il futuro; smog di pensieri, che devono tornare d’un tratto alla concretezza degli impegni quotidiani, come quando sei in un bel sogno e la sveglia suona all'improvviso, come quando giunge inquieto l’ultimo giorno di un viaggio. così è la domenica, a volte.


Mi si accende nella memoria una parola che trovai casualmente, tempo fa, vagando sul web: awambuk. E’ una parola usata dagli indigeni in Papua Nuova Guinea per indicare il vuoto che si avverte quando le persone a noi care che ci hanno fatto visita vanno via. La casa sembra improvvisamente vuota, riempita ancora dagli odori e dalle risate degli ospiti, e un pizzico di nostalgia ci assale. Credo che questo sia esattamente ciò che provo, ogni volta che qualcuno che amo viene a trascorrere del tempo con me in questa città, per poi ripartire. Il popolo di Baining in Papua Nuova Guinea mette in atto un rituale, per cancellare questa sensazione: quando gli ospiti lasciano la casa, viene riempita una ciotola di acqua per catturare l’energia negativa, il giorno seguente l’acqua viene buttata e con lei tutte le brutte sensazioni. La vita, a quel punto, riprende come al solito.


Oggi la domenica è arrivata portando con sé queste strane sensazioni, dopo attimi così intensi e colorati in grado di farmi scordare, per un momento, il resto del mondo.


Penso a questo, adesso, mentre cerco di dare ossigeno alla fiamma della mia candela che accenna a spegnersi; sembra apprezzarlo, e a ogni soffio leggero diventa un po’ più viva, danzante. scoppietta, e io con lei, mentre ripenso a un cancello che sussurra i miei limiti. Sembra sempre così pericoloso, e minaccioso, ogni precipizio visto dall'alto -soprattutto se, come me, soffri di vertigini- eppure quando ti butti le braccia diventano forti e sorreggono ali, leggere le paure sfumano abbandonandosi a un panorama entusiasmante e mai visto prima. La sensazione di essere in volo, ogni volta che riesco a superare quel precipizio, ogni paura, è così appagante ed elettrizzante, che credo bisognerebbe inventare una nuova parola per definirla dignitosamente. C'era da aspettarselo, dopo aver guardato un tramonto mozzafiato, di scendere le scale al buio e trovare il cancello del parco chiuso, c’era da aspettarselo, che avremmo comunque sorriso pensando che ne fosse valsa pienamente la pena, che l’imprevisto avrebbe reso il tutto solo ancora più degno e divertente. Osservo così dal basso il cancello verde, con la mia solita espressione di quando voglio qualcosa ma ho paura a prenderla.


Penso a questo, adesso, a come questo binomio tra paura e coraggio abbia sempre fatto parte di me, fedele compagno dall'infanzia, all'adolescenza, alla giovinezza; come abbiano sempre convissuto, nella stessa casa, seppure in stanze diverse, piccole timide insicurezze, e, al piano superiore, la forza e il desiderio di buttarsi, vivendo davvero. La convivenza, si sa, non è facile mai; ma oggi si festeggia, al piano superiore, l’entusiasmo danza con la voglia di vivere, e canta felice, di non accettare compromessi di una vita mediocre, piegata dall'accettazione dei propri limiti.


Odio la domenica, a volte, e le sensazioni che lascia. Anni di distanza, certe sensazioni si ripresentano, pulsando sulla pelle, ma cambiano, le sfumature. Perché oggi ci sono nuove vibrazioni, nell'aria, e il profumo di lenzuola fresche e rapporti profondamente affini, a cui ambivo un tempo, costante ideale della mia mente, oggi esiste nella realtà, insieme all'energia che percepisco nelle dita delle mani e nelle piante dei piedi, che mi sussurra di vivere, di sensazioni, questa volta, e non più di pensieri.



Metterò una ciotola con dell’acqua sulla scrivania, questa sera, prima di andare a letto, nel caso il popolo di Baining avesse ragione, e la mia vita riprenderà come al solito, questa volta con qualcosa in più.

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