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  • Immagine del redattoreEleonora Traverso

Come conchiglie nel mare

Aggiornamento: 15 gen 2019

Sono giorni, forse settimane, che sento il bisogno di scrivere, di rispolverare angoli di taccuini, cartacei e virtuali, lasciati a se stessi forse per troppo tempo. Accumulo idee, per storie o racconti, che rimangono spesso abbandonate sul desktop di un computer; cerco di non sforzarmi troppo, in questo, consapevole che la creatività ha anche bisogno di respiri leggeri, spontaneità fluida.


Oggi camera mia mi appare più ariosa, senza più figure e dettagli pesanti dell'adolescenza. Ho sempre amato contemplare il riflesso dei mutamenti interiori nei cambiamenti più esterni, visibili all'occhio; così ordino, spolvero e riorganizzo ogni volta che nella mia vita si conclude un ciclo o un percorso. E' forse un bisogno, il mio, di abbandonarmi all'autunno, di lasciar cadere foglie secche cedendo il posto a nuovi germogli. Realizzo così che a volte non sono necessari grandi stravolgimenti nel proprio spazio, a volte è sufficiente spazzare via un po' di polvere da sotto il tappeto per respirare aria nuova. E' infatti un ordine interno, quello dei miei cassetti, che non si nota ma so ciò che c'è; conosco ogni oggetto che li ha abitati, quelli che ho voluto conservare e quelli che invece con serenità, al momento opportuno, ho lasciato andare.

Stacco da tutto, ritorno a me stessa. a quel nucleo fermo e stabile, dentro di me, un focolare sempre acceso, in mezzo alla bufera. Il fumo dell'incenso, il mio preferito, mi avvolge. Lo osservo danzare nella mia stanza, a ritmo di musica. Osservo curiosa il suo tragitto, le linee rette, le curve, l'arrotolarsi su se stesso e, soprattutto, la sua capacità di districarsi. Mi conduce così alla mia vecchia agenda, annotati pensieri fin dalla prima adolescenza. Rileggermi mi piace, e credo che scrivere sia un vero e proprio regalo per se stessi quando, anni dopo, ci si può rileggere, osservandosi nella propria crescita e nei propri cambiamenti. Si può così scrutare la propria vita e gli avvenimenti dall'esterno, come quando leggi un libro e improvvisamente ti accorgi che nella trama c'è un filo sottile, che unisce gli avvenimenti, gli accadimenti, le apparenti coincidenze. D'un tratto tutto si spiega e a volte la realtà appare così chiara, limpida, appena spolverata. Mi è chiaro così come i dubbi, perplessità e domande del passato, abbiano oggi trovato risposta. Come le intuizioni più profonde si siano rivelate fondate. Come i desideri si siano avverati, i vuoti colmati, le nuvole schiarite. Con il ricordo dell'università già lontano, ritrovo ora la fiducia in questo filo invisibile, come segno di speranza nel futuro, con la consapevolezza che piano piano unirà tutti i puntini di un senso più grande. Imparando ad avere fiducia nelle mie parole del passato, nelle mie intuizioni del presente, a lasciarmi trasportare con coscienza al flusso delle cose, come quando camminavo sulla spiaggia di Valencia all'alba di un giorno nuovo pensando di voler essere proprio così, leggera e resiliente, come conchiglie nel mare.

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