Le idee sono troppe, decisamente troppe, le emozioni intense, si attorcigliano e si annodano l'un l'altra, dipingono, tratto dopo tratto, un panorama di ricordi, sensazioni e pensieri.
Ho deciso di inaugurare questo nuovo inizio scrivendo le prime righe su un taccuino di cuoio, regalatomi da un'amica speciale, che sento particolarmente vicina e a me affine. Mi piace che porti i segni dei miei viaggi, le pagine tendenti al giallo, il profumo che mi trasmette intimità, affetto e calore, evocandomi, al tempo stesso, l'immagine di un pomeriggio invernale in famiglia, davanti a un caminetto acceso e il fuoco che scoppietta, una coperta calda, e una tazza di the caldo, mela e cannella.
Spengo così il telefono, accendo una candela, la melodia di Einaudi come sottofondo, e subito prendo contatto con le mie sensazioni, e subito dimentico le interferenze del mondo esterno. Non c'è motivo preciso del mio scrivere, questa sera, del perché la pioggia picchia sul lucernario annunciandomi cambiamento, la fine di quest'estate e l'inizio di una nuova avventura, stimolandomi a dare vita a un flusso di pensieri forse veloci e poco curati. Eppure è un'esigenza, la mia, cercare di catturare con inchiostro questa fiamma così accesa, luminosa, ma mutevole, dei miei 21 anni. Realizzo solo adesso, di quanto il tempo scorra come sabbia tra le dita, quando si è giovani e felici; ma io stringo piano il pugno, ora, cercando di trattenere per un attimo granelli di ricordi, per donare loro un senso, e un ringraziamento. D'un tratto il mio scrivere acquisisce -almeno per me- uno scopo e un'intenzione, di ricordare, imprimere, e celebrare. gli occhi gialli di Banni, la maturità di Alice, l'empatia e il sorriso di Lavinia, il sapore della salsedine sulle labbra, le luci notturne di Recco viste dalla finestra di camera mia. le candele che galleggiano sul mare, i capelli di Adele che si addormentano sulla mia spalla, le foto sott'acqua, le onde che s'infrangono sugli scogli, i tuffi dal molo, l'odore di soffitta nella casa in montagna; le favole lette prima di dormire, l'accento intraprendente di Laura, l'irruenza di Emanuela, i colori, le tempere e l'odore del DAS; la stanchezza, anche, di fine giornata, il bisogno di solitudine e silenzio. L'amicizia che salta sul letto, ruzzolando su materassi, ritornando bambini, perdendosi, per poi ritrovarsi, in labirinti di mais. i morsi, gli abbracci, e i baci. la testa fuori dal finestrino e la sensazione dell'aria che scompiglia i capelli. il sapore delle mele, dell'alba e delle nuvole che sembrano zucchero filato, del sushi, dell'altalene, dell'asfalto sotto la schiena, lanciando la testa tra le stelle e poi, con un astrolabio in mano, riafferrarla. degli incontri casuali con persone speciali. Non voglio dimenticare, mai, delle sensazioni a contatto con la pelle, del gusto intenso e saporito della vita quando si ha solo 21 anni, poche sicurezze e tante idee da realizzare. di quando afferri un sogno dal cassetto e, avvicinandolo a te, puoi finalmente osservarlo in tutte le sue sfumature. L'effetto collaterale dei tanti sogni per la testa, è rischiare di non godersi il momento in cui un sogno, effettivamente, si realizza, puntando invece subito a quello successivo. Questa sera mi fermo un attimo, allora, a gustarmi questo sapore, a ricordare il momento in cui ambivo a partire, appena entrata all'università, quando ancora l'esperienza era poca, ma tanta era la voglia di conoscere, esplorare, e ampliare orizzonti. Mi fermo un attimo, ad osservare le tende sul soffitto, il profumo di incenso e le risa in famiglia, pensando che mi mancheranno, ma che qualsiasi cosa Nizza possa riservarmi, sarà, in fondo, un'opportunità. e allora che questo Erasmus non sia un arrivo, ma solo un trampolino di lancio per altre avventure e per nuove consapevolezze, nella valigia ricordi brillanti, da portare con me, come ponte tra la felicità di un arrivo, e la curiosità della partenza.
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